Mobilitazione "Gender" nel Nord Est

Dopo il Verona Pride: appello alla mobilitazione “gender” nel Nord-Est
Comitata Giordana Bruna organizza un incontro Mercoledi 22 luglio 2015 ore 20.00 Presso Paratodos Verona - Viale Venezia 51 (zona Porta Vescovo)

na di affermazione delle nostre identità e della nostra diversità. Questa manifestazione ha probabilmente contribuito a mostrare che le persone LGBT ci sono, che la discriminazione non è un’invenzione ideologica, e che in Italia siamo ancora cittadini di serie B. Ma una città, un paese o una mentalità non cambia in un giorno.

In questi ultimi due anni e negli ultimi mesi, in maniera ancora più aggressiva, il nostro territorio è diventato il campo di battaglia di una guerra che le forze reazionarie del cattolicesimo integralista hanno dichiarato alle nostre vite, alle nostre famiglie, alle nostre esistenze, a quello che siamo, a quello che facciamo e a quello che rappresentiamo.


La mobilitazione anti-gender sembrava, in un primo tempo, una ridicola pagliacciata di gente che lotta contro i mulini a vento, nel caso specifico contro un nemico immaginario inventato di sana pianta. Dopo il Family Day del 20 giugno scorso, se ancora ci fosse bisogno di averne conferma, appare invece chiaramente che il movimento “no gender”, pilotato da gruppi pro-life, sessisti, antifemministi, contro l’omosessualità e contro l’uguaglianza dei diritti, e appoggiato dalla gerarchia vaticana, si sta muovendo con successo su tutto il territorio nazionale per ostacolare l’adozione di leggi, seppur ancora timide, che porterebbero l’Italia a uscire dal ritardo decennale di cui la classe politica si è resa responsabile.


Non possiamo stare a guardare, non possiamo lasciar diffondere questa offensiva nelle scuole e nella società perché ne va di tutte le battaglie che abbiamo portato avanti fino ad oggi e che questi nuovi inquisitori, profondamente omo-bi-transfobici, stanno mettendo in pericolo.

È finito il tempo in cui si temeva di “far pubblicità”, perché se non creiamo una diga contro la manipolazione in atto attraverso gli strumenti dell’odio, della paura, dell’intimidazione – tecniche di fabbricazione del consenso di massa ben conosciute dai regimi autoritari – resteremo schiacciati e senza parole.Saremo ridotti al silenzio, saremo intimati a non dichiarare la nostra identità, saremo richiusi di nuovo nell’armadio o ridotti a confinarci nel ghetto.

Per anni, questi gruppi sono rimasti schiacciati dalla nostra orgogliosa offensiva di visibilità, hanno dovuto rassegnarsi al cambiamento sociale che sempre più si schiera a nostro favore. Non possiamo però lasciare il tempo fare il suo corso, perché nulla ci garantisce che quello che abbiamo ottenuto ieri non ci sarà tolto domani.

Con il delirio anti-gender, questi gruppi hanno trovato un’arma che funziona: il panico. Genitori allarmati si lasciano imbambolare e strumentalizzare, dirigenti scolastici sprovveduti lasciano entrare nelle scuole laiche gruppi religiosi integralisti e, come sempre, parte della classe politica va a cercare voti usando gli argomenti più triviali, più razzisti, più omofobi, più sessisti. E ora siamo noi che stiamo subendo questa avanzata.

Se il parlamento adotterà la legge Cirinnà, a breve, potremo festeggiare una vittoria. Ma se restiamo inermi a guardare rischiamo di dover poi raccogliere i resti della devastazione culturale che questi movimenti stanno operando.

È ora di mobilitarsi di nuovo!

Gruppi, collettivi, associazioni, non state a guardare, informatevi, organizzatevi, fate passare il messaggio, coinvolgete altre realtà attente ai diritti umani e civili, coinvolgete altre volontà, mobilitate tutte quelle persone che stanno cominciando a reagire, comunicate, occupate lo spazio pubblico, volantinate, protestate.

Il successo del Pride non si misura solo nell’arco di una giornata. Il successo di un Pride sta nella sua capacità a creare mobilitazione, a fare movimento, a intercettare nuove generazioni e nuove forze, per far fronte all’urgenza che stiamo vivendo e che necessita di muoversi numerosi, per contrastare le azioni di propaganda anti-gender, per fare contro-informazione e soprattutto per creare reti di militanza.

La Comitata Giordana Bruna è disponibile per fornire materiale, ma soprattutto per discutere delle possibili azioni e strategie comuni. È necessario e urgente creare un blocco civile, laico e democratico contro l’integralismo catto-fascista dilagante.

Incontro aperto il 22 luglio 2015 a Verona.

Contattateci al più presto: giordanabrunavr@gmail.com