Stupro Fortezza da Basso: si chiama sentenza, ma leggi violenza

Nel luglio del 2008, fuori da un locale nei pressi di Fortezza da Basso, zona fiere di Firenze, si consuma uno stupro collettivo: 6 contro una. A farne le spese, una ragazza di 22 anni, che immediatamente si reca in un centro antiviolenza, e da lì scatta la denuncia. Lei era molto ubriaca, aveva fiducia degli uomini con cui si accompagnava, che riteneva amici. Non aveva capito che per gli altri 6 la violenza aveva la ragion d’essere nel fatto che lei era considerata una tipa facile, con cui “ci si può combinare qualcosa”.


È di pochi giorni fa la notizia che la Corte d’Appello di Firenze assolve in via definitiva i 6 responsabili dello stupro di gruppo avvenuto 7 anni fa a Firenze. Se in primo appello, il tribunale aveva ritenuto convincente la versione della ragazza stuprata, adesso non è più convinto. Come avviene un cambiamento del genere? Cosa succede per ribaltarsi a tal punto una sentenza?

Il gender, i bambini e le bambine, i genitori, la scuola

Va premesso che il gender e la teoria/ideologia del gender sono una mistificazione scorretta delle gender theories (teorie del genere) e dei gender studies (studi di genere) che intenzionalmente viene mantenuto in inglese per fornire una migliore ambiguità a tutta la costruzione ideologica che si sta sviluppando da anni su questo tema.

Il Consiglio Comunale di Arcole (VR): a scuola si insegni l'oscurantismo



IL CONSIGLIO COMUNALE DI ARCOLE: A SCUOLA SI INSEGNI L’OSCURANTISMO.


L'ENNESIMO EPISODIO DI INTROMISSIONE DELL'INTEGRALISMO CATTOLICO IN VENETO.


LA MINISTRA GIANNINI NON CONCEDA PRIVILEGI ALLA LOBBY VATICANA.



La vera ideologia è quella di chi nega i diritti

La vera ideologia è quella di chi nega i diritti
Troviamo francamente sconcertante addurre la delibera della Giunta della Regione Piemonte n. 27-1613 del 23 giugno 2015 in materia di “Integrazione tesserino di riconoscimento per identità di genere”, come prova del dilagare e della relativa inconfutabile prevalenza della c.d. “Teoria del gender”. 
Qui da “Museo del ridicolo” c’è solo l’ostinato integralismo catto-fascista di chi desidera un’Italia in cui prevalga l’univocità di una visione “monistico-totalitaria” della vita. 
Purtroppo dovremo deludervi, noi non disponiamo di verità assolute forniteci in linea diretta dalla provvidenza e se essere “negazionisti” significa difendere il valore della dignità ed eguaglianza della persona umana, allora non potremo che essere orgogliosi di esserlo fino alla fine.
E qui non si tratta, come afferma l’avv. Amato “di far proprio un discutibile e minoritario orientamento giurisprudenziale in materia”, né di “scegliere a proprio piacimento il precedente che più gli aggrada o conviene nel mare magnum dell’ondivaga, contraddittoria e multicolore giurisprudenza”, ma di tutelare i diritti inviolabili della persona umana così come sostenuto dalla suesposta delibera che afferma “preso atto che, fra i diritti fondamentali riconosciuti e tutelati dalla Costituzione, l’art. 2 riconosce e garantisce anche il diritto all’identità personale e che la Corte Costituzionale ha specificato che nel concetto di identità personale deve farsi rientrare anche il concetto di identità di genere non sempre conforme al corpo biologico”.

Mobilitazione "Gender" nel Nord Est

Dopo il Verona Pride: appello alla mobilitazione “gender” nel Nord-Est
Comitata Giordana Bruna organizza un incontro Mercoledi 22 luglio 2015 ore 20.00 Presso Paratodos Verona - Viale Venezia 51 (zona Porta Vescovo)

na di affermazione delle nostre identità e della nostra diversità. Questa manifestazione ha probabilmente contribuito a mostrare che le persone LGBT ci sono, che la discriminazione non è un’invenzione ideologica, e che in Italia siamo ancora cittadini di serie B. Ma una città, un paese o una mentalità non cambia in un giorno.

In questi ultimi due anni e negli ultimi mesi, in maniera ancora più aggressiva, il nostro territorio è diventato il campo di battaglia di una guerra che le forze reazionarie del cattolicesimo integralista hanno dichiarato alle nostre vite, alle nostre famiglie, alle nostre esistenze, a quello che siamo, a quello che facciamo e a quello che rappresentiamo.

Brescia e Verona le più omofobe d'Italia

Noi lo pensiamo da tempo che il nostro territorio a cavallo fra Veneto e Lombardia è fra i più omofobi ed intolleranti d'Italia. Un'omo-transfobia continuamente alimentata dalla chiesa cattolica che con la sua rete di parrocchie e oratori ( i famosi circoli NOI) sostiene logisticamente organizzazioni intolleranti ed oscurantiste (Giuristi per la vita, Manif pour tous, Sentinelle in Piedi, Christus Rex ecc...)  che diffondono soltanto falsità non scientifiche ( La cosidetta IDEOLOGIA DEL GENDER - che non esiste) e seminano odio verso la vera emancipazione femminile ed lgbt.

Segnaliamo due interessanti articoli usciti su giornali bresciani